Di tutte le distorsioni cognitive, l’effetto alone fa parte dei bias più comuni, capaci di spiegare diversi errori tipici dell’investitore. L’aveva già teorizzato lo psicologo israeliano Daniel Kahneman nel suo libro di finanza comportamentale, “Pensieri lenti e veloci”, e pur valendo per tutti gli aspetti della vita, trova forte riscontro anche nell’ambito della gestione dei risparmi.
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Cos’è l’effetto alone?
Kahneman ha teorizzato che, quando siamo rapiti dal modo di fare di qualcuno, è più facile trovare gradevoli anche la sua voce e il suo aspetto. Questa distorsione permette di semplificare ai minimi termini la visione che abbiamo di un soggetto, legandola a pochi elementi facilmente condivisibili. In altre parole, l’interpretazione di una situazione o di una persona viene data dalla prima impressione.
Nel corso di una ricerca veloce su un possibile asset, è molto probabile che, per il tramite dell’effetto alone, le prime informazioni saranno quelle che vengono trattenute con più facilità. In altre parole, l’effetto alone tende a semplificare, banalizzare e sopprimere l’ambiguità di una situazione, restituendo un’immagine della realtà che non è più tale – ma risulta falsata dalla soggettività.
L’ordine in cui una persona riceve le informazioni, spesso determinato dalla pura casualità, diviene però molto importante in quanto le prime “contano di più”. L’effetto alone, in parole povere, ci aiuta a ricordare meglio le prime nozioni rispetto a quello che viene dopo.
Non è difficile immaginare in che modo questa distorsione cognitiva si possa applicare alla finanza comportamentale, come questa possa compromettere la razionalità.
Come superare l’effetto alone?
Se l’effetto alone insegna qualcosa, è proprio quanto poco sappiamo di quello che influenza il nostro giudizio su ciò che ci circonda. Non è facile superare la convinzione per cui il proprio giudizio sia sempre obiettivo, specialmente nel momento in cui anche l’ordine di recepimento delle informazioni può fare tutta la differenza.
Il consulente finanziario preparato è pronto a illustrare i rischi di questa distorsione cognitiva al suo cliente, invitandolo a riflettere non solo sul “quanto”, ma anche sul “come” sceglie di ricavare le sue informazioni. Alcuni consigli utili:
- Le persone tendono a dare velocemente coerenza a una storia sulla base delle informazioni che gli vengono fornite. Possiamo chiamarlo “senso pratico”, ma nel mondo della finanza, è più corretto parlare di “saltare alle conclusioni”, accezione ben più negativa.
- L’effetto alone non valuta né la qualità né la quantità delle informazioni fornite: si basa solo sul dato arrivato per primo.
- L’effetto alone è una delle cause principali dell’eccesso di fiducia e dell’effetto gregge.
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