Molti investitori prendono le loro decisioni con non poca fatica, e questo non è per forza un male. Quello che può rivelarsi rischioso, però, è il bias dell’ancoraggio, ovvero il bisogno che manifestano alcuni trader ostinati di attenersi alla posizione iniziale, rifiutando il cambiamento nonostante tutto.
L’investitore che rimane fedele alle informazioni iniziali, senza approfondire ulteriormente l’argomento per paura di confondersi le idee (bias del sovraccarico di informazioni) rischia di fossilizzare le sue scelte.
In altre parole, non riesce ad adeguare le sue informazioni all’evoluzione dei mercati, preferendo filtrare selettivamente le informazioni che riceve e, nei casi peggiori, prendendo in considerazione solo gli elementi a favore della sua tesi.
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Il bias dell’ancoraggio
Gli studi degli psicologi israeliani Daniel Kahneman e Amos Tversky hanno analizzato gli effetti del bias dell’ancoraggio, stabilendo che molto spesso le persone prendono le loro decisioni senza padroneggiare i fatti. Davanti all’incertezza o all’evidenza che le informazioni a disposizione sono insufficienti o errate, le persone affette da questa distorsione cognitiva tentano di indovinare.
Nel momento in cui non è possibile produrre una nuova scelta convincente nel sistema di conoscenze a disposizione, dunque, si manifesta la tendenza a focalizzarsi su quelle prese in precedenza. Si tenderà dunque a preferire una scelta basata sull’andamento iniziale di un investimento, o magari a preferire una posizione che ha portato profitto in un momento precedente, quando la situazione di mercato era probabilmente differente.
Come superare il bias dell’ancoraggio
Se da una parte le informazioni pregresse possono essere importanti, in una corretta gestione di portafoglio è necessario anche tenersi al passo con i cambiamenti del mercato. Dare troppa importanza ai dati iniziali può portare ad errori di valutazione, specialmente se i dati non vengono gestiti in maniera ottimale.
Una riluttanza a cambiare la propria posizione di investimento basata su pregiudizi e distorsioni cognitive può portare a perdite. Ecco perché un consulente finanziario competente può decidere di consigliare:
- Una strategia di risk management, che controlla una posizione in perdita quando si è raggiunto un limite predeterminato e da definire insieme al cliente.
- Un processo di analisi dei fattori “ancora”, che può aiutare gli investitori a capire che cosa li tiene bloccati su una data posizione e se questa scelta è dettata dalle emozioni o dalla razionalità.
- L’applicazione di obiettivi flessibili, che permettano di valutare prezzi e prendere decisioni sulla base della attuale posizione.
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