La consulenza patrimoniale efficace e completa non può non tenere conto della pianificazione previdenziale. La pianificazione previdenziale prevede due fasi principali: quella di accumulo, ovvero di raccolta del risparmio pensionistico obbligatorio, ma anche volontario, e quella di erogazione della pensione e decumulo del risparmio finalizzato a scopi previdenziali.
Una buona consulenza patrimoniale non porta solo alla migliore pianificazione previdenziale, ma anche a risultati concreti in vecchiaia, quando si potrà raggiungere il benessere pensionistico – ovvero un reddito che possa garantire il tenore di vita dell’individuo.
Quali sono i bisogni previdenziali?
Ogni individuo ha dei bisogni previdenziali che possono essere identificati in:
- Accumulazione delle risorse economiche, ovvero del denaro di cui si potrà disporre in vecchiaia;
- Protezione delle stesse, oltre che del capitale umano
- Copertura dal rischio di longevità, ovvero che l’individuo viva più a lungo di quanto si stimi, e dunque abbia un fabbisogno di reddito maggiore di quanto preventivato inizialmente.
I quattro step della pianificazione previdenziale
La consulenza pensionistica del consulente finanziario può essere suddivisa in un modello a quattro fasi principali.
- La consulenza pensionistica mirata a comprendere e calcolare il gap pensionistico, ovvero la discrepanza di reddito tra l’ultima retribuzione e il primo assegno pensionistico pubblico.
- Analisi di tutti i possibili redditi pensionistici, obbligatori e complementari, già in essere.
- Pianificazione previdenziale del periodo di attività lavorativa, ovvero attività da intraprendere al fine di colmare un potenziale deficit di reddito.
- Gestione delle risorse nel periodo di quiescenza, ovvero al termine della fase di accumulo, quando si entra nell’età pensionabile e si comincia a percepire la pensione. L’obiettivo di questa fase è tutelare le risorse integrative affinché durino per tutto il pensionamento. Si può anche optare per una copertura assicurativa rischio longevità.
Naturalmente ognuna di queste fasi, se sviscerata, può aprirsi in molti più step necessari alla realizzazione dei vari obiettivi.
Immaginiamo le varie fasi della previdenza sociale in un’ottica più articolata, al fine di entrare meglio nel processo che si prenderà in considerazione con il proprio consulente finanziario.
- Nella prima fase, si valuta il reddito pensionistico pubblico dell’individuo e della sua famiglia, e si calcola se sarà sufficiente a soddisfare il benessere pensionistico della famiglia. Il denaro è sufficiente per non dover rinunciare al proprio tenore di vita?
- Nella seconda fase, si valuta il tenore di vita desiderato, ovvero il fabbisogno pensionistico, e si analizzano tutti i redditi pensionistici a disposizione del nucleo familiare.
- A questo punto la pianificazione del risparmio entra in gioco. Il consulente finanziario saprà indicare la strada migliore per poter raggiungere il benessere pensionistico nei tempi prestabiliti, e per il tempo di aspettativa di vita del soggetto. Sempre in questa fase è necessario inoltre fare qualche valutazione sul capitale umano, ovvero sulla vita della persona, gli imprevisti come la perdita del lavoro o l’invalidità. Anche questi aspetti fanno parte della tutela degli obiettivi previdenziali.
- Segue infine la gestione della ricchezza pensionistica in fase di erogazione della pensione. Il consulente ha il dovere di consigliare l’individuo su come gestire il corretto mix di rendite e redditi. È inoltre necessario iniziare a fare piani non solo in ottica del rischio di longevità, ma anche del trasferimento della ricchezza ai futuri eredi.
Poteresti leggere anche: “Che cos’è un fondo pensione aperto?“