I titoli di stato o “titoli sovrani” sono obbligazioni emesse dai Paesi per finanziarsi. In Italia, vengono collocati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze tramite il Dipartimento del Tesoro. Sono uno strumento usato per reperire capitali, e al tempo stesso possono costituire una valida forma di investimento per i risparmiatori interessati.
Essendo garantiti dallo Stato e a differenza delle obbligazioni emesse dalle società, i titoli di stato sono soggette al rischio Paese, ma condividono con queste ultime: l’eventuale rischio di cambio, il rischio di interesse e il rischio di credito, con una probabilità più o meno alta legata alla tipologia di rating assegnato.
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I titoli di stato: cedole e acquisto
Esistono molte tipologie di titoli di stato, a durata differente, dedicati a soddisfare tutte le esigenze di finanziamento del Paese e di investimento per i risparmiatori. I titoli di stato, proprio come le obbligazioni, producono una liquidazione periodica chiamata cedola, da cui si ricavano gli interessi in date prestabilite.
Questo prodotto finanziario è facile da acquistare e da vedere, e viene scambiato in un contesto di totale trasparenza sui mercati regolamentati. È possibile acquistare un titolo di stato in due modi differenti:
– Acquisto del titolo di stato in asta. Nel momento in cui lo Stato annuncia una emissione obbligazionaria, il risparmiatore può acquistarne una parte sul mercato primario. Le aste dei titoli di stato si tengono secondo un calendario reperibile sul sito del MEF-Dipartimento del Tesoro.
– Acquisto successivo all’asta. In questo caso si parla di acquisto sul mercato secondario, dove le obbligazioni vengono scambiate regolarmente.
Esistono varie tipologie di titoli di stato.
I buoni ordinari del tesoro (BOT)
I BOT, per esteso i buoni ordinari del tesoro, sono titoli a breve scadenza, che hanno una durata non superiore all’anno e non hanno cedole. Il loro rendimento dipende dallo scarto d’emissione, ovvero la differenza tra il prezzo di rimborso e quello di acquisto.
Certificati di credito del Tesoro con indicizzazione all’Euribor (CCTeu)
Questi titoli con cedola variabile adeguano il valore del reddito periodico a un parametro di mercato. Al tasso Euribor a 6 mesi viene aggiunta una percentuale fissa. Il regolamento del titolo prevede che la somma corrisposta non possa mai essere negativa.
I certificati del tesoro zero coupon (Ctz)
I CTZ sono titoli a 24 mesi che non producono cedole. La differenza tra la somma versata alla scadenza e quella di acquisto va quindi a formare l’intero rendimento del prodotto. Sono diversi dai BOT perché i titoli zero couponcostituiscono uno strumento di investimento a 2 anni. Non richiedono il reinvestimento delle cedole, e dunque hanno un livello di gestione in meno rispetto per esempio ai Btp.
Buoni del tesoro poliennali (BTP)
Questi titoli sono caratterizzati da cedole fisse semestrali e possono essere a 3 anni, 5 anni, 7 anni, 10 anni, 15 anni, 20 anni, 30 anni o 50 anni. La cedola fissa è un grande vantaggio, specialmente per coloro che sono interessati a rivendere il prodotto sul mercato secondario. Può diventare un prodotto particolarmente interessante anche per i risparmiatori che vogliono trattenerli in portafoglio fino alla scadenza, specie se la fluttuazione dei tassi di interesse nel periodo di riferimento sono importanti.
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