Comunemente conosciuto come bias della familiarità, il bias euristico spinge gli investitori a operare scelte “close to home” e non fondate su una vera e propria analisi dei dati a disposizione.
L’investitore è dunque indotto dai suoi ragionamenti a scegliere investimenti in aziende o asset da lui conosciuti, o magari famosi, rinomati, mettendo in secondo piano quelli che potrebbero essere investimenti meno noti, ma non per questo meno profittevoli.
Nella spirale del bias euristico si preferiscono nomi noti e consolidati in alternativa agli asset potenzialmente più performanti di aziende che non possiedono la stessa popolarità nel grande pubblico. Si tratta di un modo di pensare deleterio che, quando non corretto tempestivamente dal consiglio di un consulente finanziario, può portare a mancati guadagni o a ingenti perdite.
Potrebbe interessarti anche: “Che cos’è la contabilità mentale?“
Il bias della familiarità
Col termine “euristico” la psicologia illustra un metodo grazie al quale è possibile prendere decisioni rapide, tempestive e ficcanti. L’euristica viene usata per giudicare persone ed eventi, crearsi opinioni o prendere decisioni in contesti familiari che però potrebbero avere esito incerto.
Se nella vita quotidiana e nelle piccole decisioni di tutti i giorni l’euristica gioca a nostro favore, e va pari passo col buonsenso, nel mondo degli investimenti potrebbe invece risultare insignificante. Prendere una decisione finanziaria sulla base di pregiudizi o “nozioni pregresse”, senza un’analisi dedicata, può costituire un metodo rapido per decidere, ma non è per forza quello per prendere la migliore decisione possibile.
Gli psicologi israeliani Daniel Kahneman e Amos Tversky hanno analizzato la teoria della disponibilità euristica negli anni ’70 del Novecento. Alla base delle loro osservazioni è la convinzione di un investitore che, siccome qualcosa è facile da ricordare, sia automaticamente anche più importante di tutto quello che non ci si ricorda. Parimenti, è più facile ricordare informazioni recenti, e non quelle ritenute tempo addietro.
Fare affidamento su qualcosa di facile e immediato non è la strada migliore per raggiungere i propri obiettivi di gestione del risparmio. Come gestire il bias della familiarità.
- La prima regola è quella di evitare le decisioni affrettate, specialmente in materia di investimenti dove la propria conoscenza non è necessariamente sopra la media (bias dell’eccesso di fiducia);
- Approfittare di poche fonti selezionate per approfondire l’argomento può illuminare un investitore su nuove opportunità per arricchire il portafoglio di titoli non per forza conosciuti dal grande pubblico.
- È buona prassi anche tenere un archivio di tutte le decisioni di investimento prese, e del risultato finale a cui hanno portato, per capire che la familiarità di un asset non è necessariamente un punto a suo favore.
Potresti leggere anche: “Che cos’è il bias del sovraccarico di informazioni nella finanza comportamentale?“
Educazionefinanziaria.biz è un sito informativo, di conseguenza non fornisce alcuna garanzia per quanto riguarda il contenuto. Le pubblicazioni non tengono conto degli obiettivi di investimento, situazione finanziaria o esigenze particolari di qualsiasi individuo particolare.
Gli articoli presentati sono solo a scopo informativo e non sono da considerare sollecitazione al pubblico risparmio. I contenuti potrebbero non essere completi e non si garantisce che siano accurato o aggiornati. Si consiglia, quindi, di effettuare la propria ricerca indipendente prima di prendere ogni decisione finanziaria.
Non ci assumiamo alcuna responsabilità per qualsiasi uso fatto delle informazioni fornite. L’utente accetta di non tenere la redazione di Educazione inanziaria.biz e i suoi articolisti responsabili di decisioni o investimenti che si basano sulle informazioni contenute in questo sito.