L’avversione alla perdita è un fenomeno emotivo che dev’essere gestito con la massima razionalità attraverso un dialogo sincero con il proprio consulente finanziario e un lavoro concreto sulla gestione dello stress.
La finanza è composta da numeri, dati, grafici, analisi e statistiche che possono aiutare a fornire previsioni più o meno accurate di quello che succederà: tuttavia, molto spesso, il comportamento di un investitore sfugge alla razionalità e, in situazioni difficili, tende a portare a scelte che possono complicare ulteriormente la situazione.
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A nessuno piace perdere
Nel mondo degli investimenti, così come nella vita, a nessuno piace perdere. Eppure perdere è parte integrante del processo di investimento. Per quanto si studi, si ricerchi un piano di gestione del rischio e si scelgano opzioni considerate sicure, i mercati seguono dei cicli andamentali e possono oscillare in maniera non del tutto prevedibile. Ecco perché il consiglio, che si legge più spesso, è quello di restare calmi e obiettivi.
Se dopo un’analisi accurata del contesto arriva un investimento in perdita, una decisione presa dall’impeto del momento, dovuta all’avversione alla perdita e al panico da “segno meno” può portare a conseguenze anche peggiori.
Di fronte alle perdite le persone mettono in campo delle autentiche distorsioni cognitive. Non si tratta solo di un concetto finanziario. È dimostrato che l’essere umano attribuisce alle perdite un peso maggiore rispetto a quello che attribuisce ai guadagni.
Questo comportamento è stato analizzato dalla finanza comportamentale, la quale dimostra come gli individui, davanti all’incertezza e alla paura di “perdere”, si facciano condizionare non tanto dalla logica, quanto più dall’irrazionalità e dalle sensazioni “di pancia”.
L’avversione alla perdita inganna gli investitori
L’avversione alla perdita è un comportamento che influisce grandemente sulle decisioni degli investitori, ed è per questo che va compresa a razionalizzata. Nella fattispecie, la finanza comportamentale ha dimostrato che gli individui che presentano questo comportamento hanno una percezione più forte della perdita, rispetto a quella che hanno del guadagno.
In sostanza, una perdita vale circa due successi e mezzo.
È vero: da un punto di vista emotivo, una perdita è molto più grave di una vittoria. Un investitore razionale, però, deve mettere in prospettiva la questione e rendersi conto che si tratta di due facce della stessa medaglia.
Come gestire il rischio:
- Non affidarsi solo alle proprie intuizioni: meglio rivolgersi a figure professionali capaci di guidare l’investitore alla miglior scelta possibile, nel rispetto della propria propensione al rischio.
- Contestualizzare la perdita e metterla in prospettiva in un arco temporale definito. L’avversione alla perdita è “miope” e impone una panoramica ristretta delle prospettive a lungo termine.
- Non controllare ogni giorno il valore dei propri investimenti: è necessario calendarizzare i check sulla base del periodo di esposizione su un dato asset.
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